"LiSDiGio". Lingua e storia della discriminazione nei giornali dell'Italia contemporanea

Il progetto “LiSDiGio” (Lingua e Storia della discriminazione nei giornali dell’Italia contemporanea) intende studiare la carta stampata, fonte privilegiata per la divulgazione di notizie e di commenti nel '900 italiano, tramite una prospettiva pluridisciplinare che comprende: ricostruzione storica, concordanze lessicali, struttura testuale ed enunciativa degli articoli.
Attraverso la realizzazione del progetto ci si propone di allestire una repository (da cui verrà creato il portale “LiStaRe” = Lingua e Storia della Stampa Repubblicana) con vari livelli di lettura e di possibile approfondimento, nell’intento di rivolgersi a un pubblico trasversale che vada dall’utente interessato allo studioso esperto di storia e di linguistica, ma anche di altre discipline (economiche, giuridiche, sociali).

Il progetto è presentato da un gruppo di lavoro già coeso (come testimoniato dalla recente pubblicazione del volume Carlucci-Salvatore 2022) e dotato di competenze diversificate: esperti di analisi storica e testuale nell’unità di Siena Unistrasi; di analisi storica nell’unità di Milano Statale; di analisi lessicale e del discorso nell’unità di Cagliari.
Per il primo biennio del progetto, verrà scelto come macro-tema il concetto di “discriminazione”. Il macro-tema sarà poi declinato in una serie di micro-temi, ciascuno dei quali verrà esaminato sulla base di interventi e dibattiti della stampa su alcuni eventi significativi e storicizzanti. I micro-temi sono: 1) discriminazione verso le donne in ambiente di lavoro, e in particolare 1a) legge 1204 del 1971 che nega la possibilità di licenziare donne in stato di maternità; 1b) leggi su equiparazione salariale femminile n. 125 del 10 aprile 1991, e 1c) Decreto Legislativo 165 del 2001; 2) discriminazione verso i migranti, e in particolare 2a) arrivo in Italia di migranti e rifugiati politici dalla Grecia (1967) e dal Cile (1973); 2b) arrivo in Italia di migranti economici dal Nord-Africa tra anni Ottanta e anni Novanta; 2c) arrivo in Italia di rifugiati dall’Albania (1991); 3) discriminazione verso i malati, e in particolare 3a) sviluppo e diffusione del colera nella città di Napoli (1973); 3b) sviluppo e diffusione in Italia dell’AIDS, con eventi periodizzanti rappresentati dalla prima ondata di panico generalizzato (1985) e 3c) dalla legge 135 del giugno 1990 per la prevenzione e la lotta contro l’AIDS.
La schermata Home del portale conterrà un menù principale con le seguenti voci cliccabili: A) GLI EVENTI; B) GLI ARTICOLI; C) LA STORIA; D) LE PAROLE; E) LE VOCI; F) IL GLOSSARIO; G) LA BIBLIOGRAFIA. Nella sezione B verranno resi fruibili in formato HTML tutti gli articoli non coperti da Diritti di Riproduzione; nella C si troveranno approfondimenti storici su contesto e dibattiti legati agli eventi esaminati; nelle sezioni D ed E saranno presenti stringhe di ricerca concernenti fenomeni lessicali e testuali-enunciativi presenti nei testi, che saranno preliminarmente marcati dal gruppo di lavoro.

Lo stato dell'arte

Le scienze giuridiche e sociali hanno definito la comunità politica come espressione circoscritta della realtà sociale che, oltre all’appartenenza formale, integra elementi soggettivi di identificazione. Su questi ultimi si è soffermata la storiografia italiana, insistendo sulla pluralità delle pratiche della cittadinanza (Bersani 2018) e sul tema dell’identità nazionale, specialmente dagli anni Novanta del ’900 (Sorba 1999). In questa prospettiva si possono leggere i contributi sui processi di nation-building e sulla narrazione nazionale di lungo periodo (Banti 2011; De Francesco 2020), e gli studi su antigiudaismo e antisemitismo nell’Italia liberale e fascista (Burgio 2000). Più di recente hanno assunto rilievo gli studi postcoloniali, che annoverano il razzismo tra gli elementi costitutivi dell’identità politica (Giuliani 2018).
Nei tre ambiti individuati dal progetto, in italia è ampia la letteratura sui movimenti forzati di popolazione (Colucci 2018; Di Sanzo 2019; De Cesaris 2020), sul lavoro femminile (almeno per le professioni liberali Vicarelli 2007) e sulle questioni sanitarie, Ministero dell'Università e della Ricerca MUR - BANDO 2022
relativamente alle politiche pubbliche (es. Bressan 2009; Minesso 2015).
Nonostante gli stimoli a livello globale (es. Azarmandi 2021), manca invece ad oggi uno studio di storia culturale sulla discriminazione dello straniero in quanto tale, anche quando la concezione di razza e la stanzialità non entrano in gioco. Non vi sono inoltre ricerche organiche sulla discriminazione per motivi di salute che dagli anni Settanta si afferma anche sulla scia del fenomeno transnazionale del “salutismo” inteso come progetto neoliberale e individualista (Pelters-Wijma 2016). Molto è stato scritto sul «visual regime» (Bailey Jones 2013) delle società e, sulla scorta del pensiero neofemminista, sulla collocazione del punto di vista.
Tuttavia sembra essere venuta meno nella storiografia contemporaneistica l’attenzione per i testi scritti e il linguaggio. E ciò appare paradossale se si considerano i progressi dell’automatic data mining.
La storiografia nazionale e internazionale sulla stampa è molto ampia (cfr. almeno Murialdi 1996; Forno 2012) ed è giunta a puntualizzare le molte dimensioni di studio del periodico come oggetto culturale (Guidali 2020).
Dal punto di vista della linguistica italiana, la lingua dei giornali ha attirato le attenzioni degli studiosi almeno dagli anni Settanta, quando cioè il tasso di alfabetizzazione della popolazione italiana ha reso il canale della carta stampata frequentato al punto da poter incidere sulle evoluzioni sociolinguistiche del paese. A questo decennio risale il primo e fondamentale studio di Dardano (1973 poi 1986), dopo il quale vanno segnalati i volumi di Medici-Proietti 1992; Bonomi 2002; Gualdo 2007; i saggi dedicati da Eco 1971; De Mauro 1983; Gatta 2014; Bonomi 2016; oltre a studi su elementi specifici del linguaggio giornalistico di De Benedetti 2004; Loporcaro 2005; Marino 2016. Si aggiungano studi di carattere semiotico (Lorusso-Violi 2004), osservazioni presenti in volumi sulla linguistica testuale (Palermo 2013; Ferrari 2014), e sui contenuti impliciti (Sbisà 2007; Lombardi Vallauri 2019).
Questi interventi si concentrano in particolare sul prodotto “giornale” dal punto di vista semiotico, sul suo possibile contributo sociolinguistico all’evoluzione dell’italiano e su alcuni aspetti puntuali. Manca però uno studio complessivo sui caratteri enunciativi e testuali dei giornali secondo-novecenteschi, capace di comprendere, intanto a partire da un tema rilevante come quello della discriminazione, le scelte poste in atto nei giornali per assecondare e indirizzare i mutamenti della storia culturale italiana.
Il rapporto tra lingua, discriminazione e mass media è stato investigato in Europa fin dagli anni Ottanta del ‘900, soprattutto attraverso la lente dell’Analisi critica del discorso (van Dijk 1991; Fairclough 1995), mentre in Italia sono pochi gli studi sistematici sulla materia, rimasta a lungo appannaggio di sociologi della comunicazione (Binotto et al. 2016) o limitata a pochi interventi sul lessico (Faloppa 2004). I contributi recenti sul tema delle migrazioni (Orrù 2017; Pietrini 2020) toccano solo la contemporaneità; rimangono escluse, quindi, le migrazioni antecedenti al 1990. Nonostante vi sia un enorme interesse scientifico e pubblico riguardo alle questioni di genere, gli sforzi si sono concentrati quasi interamente sui problemi del genere grammaticale (Sabatini 1987; Robustelli 2018) e dei nomi di professione; sono assai pochi gli studi prettamente linguistici sulla stampa, limitati ad alcune cursorie indagini sulla violenza (Abis-Orrù 2016) e sul discorso istituzionale (Formato 2019). Infine, pare pressoché ignorata la questione delle discriminazioni contro i disabili e i malati in generale, affrontata solo in recenti inchieste sui discorsi d’odio online.