Approfondimento sulla situazione dell'occupazione femminile in diversi paesi (Italia, Francia, Svezia, Norvegia, Giappone, URSS, Stati Uniti), in occasione di un congresso sul tema organizzato dall'ONU.
Le conclusioni del congresso tenuto dall’ONU a Vienna sulla crescente presenza femminile nell’economia
Nonostante le normative progressiste, in quasi tutti i Paesi, le lavoratrici sono «segregate» in pochi settori e non sempre avanzati; hanno salari più bassi e minori possibilità di carriera. Il rapporto tra lavoro e famiglia viene spesso risolto con il part-time. Per ovviare alle discriminazioni dovute al sopravvivere di pregiudizi tradizionali, una risoluzione concordata tra le nazioni della «regione europea», invita i governi a intraprendere «azioni positive» per tutte le occupate. Previste facilitazioni nell’accesso al lavoro, nella promozione, nella formazione tecnologica: ogni Stato ha attivato meccanismi per l’eguaglianza
Presupposizione: le donne costituiscono ormai il 40% della forza lavoroImplicatura: Ma la parità, nell’assunzione, nella carriera, nel trattamento economico, nel tipo di attività svolta, è ancora un’utopia, persino nel paradisi scandinaviFonte enunciativa esterna E0: Basti dire che in Norvegia sono più numerose le donne che lavorano part-time, di quelle occupate a tempo pieno: rispettivamente il 34% contro il 29%, sulla popolazione femminile tra i 15 e i 64 anniPresupposizione: La seconda rivoluzione industriale, con l’introduzione massiccia delle nuove tecnologie, rappresenta una ulteriore incognita per le donneFonte enunciativa esterna E0: il congresso sullo sviluppo economico delle donne, che si è tenuto a Vienna, tra i rappresentanti della cosiddetta «regione europea»Anafora pragmatica: Questo, in sintesi, il panorama emersoFonte enunciativa esterna E0: La «segregazione» femminile sul lavoro è stata segnalata dai rappresentanti di tutte le nazion