Tanta fatica per lavorare

Uscita del saggio "La donna e il diritto" sulla storia del lavoro femminile in Italia

Dettagli

Autore
Corrado Giustiniani
Data
24/3/1976
Tipologia
Commento
Testata
il Messaggero
Pagina
13
Periodo
Anni Settanta
Area Tematica
Donne

Articolo:

Fino al 1877, non le permettevano neppure di far da testimone nei tribunali. Senza autorizzazione maritale, fino al 1919, non aveva diritto di intervenire nella vita pubblica, non poteva disporre liberamente del suo denaro, e nemmeno far parte di un' istituzione di beneficenza. Il diritto di voto lo ha conquistato solo nel 1945. Quello di essere considerata pari all'uomo nelle famiglia, nel luglio dello scorso anno. Tutte le tappe dell'emancipazione femminile, in cento anni di storia italiana, sono state raccolte ne «La donna e il diritto», un libro scritto a più mani da segnalare per almeno due ino ti vi:

1)E' ordinato e di facile lettura. Un lungo saggio di Maryna Natoli («Dall'incapacità giuridica al nuovo diritto di famiglia») ne costituisce l'ossatura, saldando progressi e battute d'arresto dell'avanzata femminile, con un minimo dì sfondo storico: l’Italia di Giolitti, le due guerre, il fascismo, la Resistenza e dopo. I punti più importanti toccati nel saggio-guida vengono recuperati alla memoria del lettore e approfonditi criticamente negli studi successivi. Quello di Ilaria Papanti Pelletier sulla parità salariale fra uomo e donna (sancita dall'articolo 37 della Costituzione ma divenuta operante, di fatto, solo con l’accordo Confindustria-sindacati del 1960); lo studio di Doriana Giudici sull'orario di lavoro (che per la donna è lungo il doppio: in fabbrica prima, in famiglia poi; e allora si inventa il « part-time », meno ore di lavoro, meno stipendio e trattamento previdenziale ridotto, così «lei» può dedicarsi meglio agli impegni domestici); il saggio di Gianna Caravaggi sulla lavoratrice madre (il valore sociale della maternità non può essere garantito solo dell'ottima legge del 1971 ci vuole un'ampia rete di asili nido e di servizi sociali); quello di Maria Lorini sul lavoro a domicilio (1 milione e mezzo di lavoratrici a paghe da fame e spesso senza contribuii. Ma le protegge davvero la legge del 1973?). Infine, un saggio organico di Angela Sarcina. sulla donna nel pubblico impiego.

2)Il libro contiene, nell'ultima parte, una raccolta critica di ben 202 leggi sulla donna emanate tra il 1865 e il 1975 (anno del nuovo diritto di famiglia), di immediata consultazione per il politico, il sindacalista, lo studioso. Appena accennate le leggi più importanti, molto più spazio viene dedicato a quelle meno note. Completa l'opera una raccolta di sentenze della Corte costituzionale sulla condizione femminile.

Il diritto al lavoro costituisce il tema centrale del libro. E qui vale la pena di ricordare che solo con la legge 1176 del '19 la donna può accedere alla professione di avvocato e agli impieghi pubblici (non però alle cariche di direttore
generale, prefetto, console, ambasciatore, magistrato). Quindi la lunga notte fascista, con tutti i suoi mostri. Il più grottesco: la legge 1514 del 1938, che limitava l’assunzione delle donne negli impieghi pubblici e privati al 10 per cento dei posti (ma poi veniva la guerra e per cause di forza maggiore ci si rimangiava tutto). Bisogna aspettare una legge del '63 perché vengano aperte a « lei » tutte le cariche, gli impieghi pubblici e le professioni, attuando l'articolo 51 della Costituzione.

I diritti, in ogni caso, non si conquistano solo sulla carta. La legge 1044 del '71 insegna: un programma ambizioso, 3800 asili nido da realizzare entro il '75. Siamo nel 76 e di asili bell’é pronti ce n'é solo qualche decina.


Categorizzazioni di testo: