Le donne ricoprono raramente ruoli lavorativi apicali
In una ricerca di venti dipendenti l'identikit delle lavoratrici nell'ente
In Provincia non superano lo 0,2 per cento
Due anni di lavoro volontario di venti dipendenti coordinate da due ricercatrici sociali: in questo modo le donne del Comitato pari opportunità della Provincia di Torino hanno prodotto uno studio molto accurato sui problemi della loro vita di casa e lavoro. Il libro, presentato ieri nel corso di un seminario, fornisce un identikit della lavoratrice e della sua condizione professionale, ma anche delle sue speranze, aspirazioni, frustrazioni. Le dipendenti sono giovani, i due terzi hanno meno di 40 anni. Solo un quinto è single, mentre i maschi celibi sono il 35%. Il 7% ha la licenza elementare, il 26 della media inferiore, il 20 dell'istituto professionale, il 41 delle superiori, il 5 ha la laurea. I laureati sono il 10%. Per l'universo femminile i posti di maggiore responsabilità rimangono ancora un sogno: le di¬ rigenti sono solo lo 0,2%. Per lo più le donne sono inquadrate al terzo, quarto e sesto livello (34, 28 e 27 per cento). Il 70% delle lavoratrici dichiara di avere la carriera bloccata o «a causa del titolo di studio» o «per il tipo di lavoro svolto per il quale non sono previsti ulteriori scatti». Lo stesso dato riguarda «solo» il '55% dei maschi. La ricerca si è soffermata anche su aspetti soggettivi. La stabilità dell'impiego risulta essere l'aspetto più apprezzato, al secondo posto viene l'orario di lavoro. Al terzo per le donne c'è il rapporto con l'utenza; un dato che conferma il diverso valore attribuito dai due sessi ai rapporti sociali. Il capitolo delle discriminazioni sul lavoro indaga soprattutto gli aspetti della percezione soggettiva. Il 40% delle donne pensa che i lavori di maggiore responsabilità siano affidati ai maschi, mentre il 40 ritiene che per le mansioni che richiedono capacità di relazione siano preferite le donne. Il 50% ha rilevato che per i lavori che necessitano di maggiore precisione sono scelte le dipendenti. Dalla ricerca emerge l'immagine di una donna «divisa» tra lavoro e impegni di famiglia. Un dato misura con chiarezza la differenza tra maschi e femmine: le ore di straordinario vengono recuperate dal 65% delle donne e solo dal 28% dei maschi che preferiscono farsele pagare. L'84% utilizza il tempo non lavorativo per casa e figli contro il 64 dei maschi. In cima ai desideri di queste lavoratrici full-time ufficio-casa c'è il tempo per sé: lettura, passeggiate, amici, musica, sport. Attività che vengono negate dai tempi soffocanti del doppio lavoro.