Gli uomini protestano in seguito a un concorso in cui sono state assunte prevalentemente donne
ALESSANDRIA. Il maschio rivendica i suoi diritti di lavoro: una pari opportunità al contrario. E trova, paradossalmente, proprio in una sindacalista la più accesa sostenitrice. E' dalla Uil trasporti alessandrina - responsabile Tina Caslotti - che si levano gli scudi in difesa degli esclusi dalla graduatoria del concorso delle Ferrovie dello Stato per posti di manovale. Ammesse 391 donne e solo 9 uomini, «alla faccia delle pari opportunità». Le Ferrovie dello Stato (compartimento di Torino) hanno recentemente indetto un concorso per titoli, anzianità di iscrizione al collocamento e altro, che avrebbe portato all'immissione in una graduatoria speciale, garantendo l'accesso a un corso di addestramento e successivamente l'assunzione con qualifica inferiore al quarto livello, in pratica manovale. «Nel comunicato del bando di reclutamento - ricorda la Caslotti - le Fs in accordo con i sindacati, avevano iscritto la clausola di salvaguardia, cioè "ai candidati di sesso femminile viene riservato almeno il 50 per cento dei posti disponibili". Dai risultati finali di tutta la manovra ecco l'invio al colloquio individuale di selezione di 400 unità, ripartite appunto in 391 donne e 9 uomini. Adesso sarebbe necessario ritenere comunque valida la garanzia della metà per ciascun sesso. Altri menti quale dei due sessi è veramente quello discriminato?» Gli strali delle dirigenti delle commissioni «pari opportunità» si sono già abbattuti sulla sindacalista, che non teme il confronto, anzi. «Con un collega sindacalista si sta ora pensando di costituire una coni missione per le pari opportunità, ma maschili».