Questo servizio è nato dalla telefonata di una lettrice, Giulia Campisi, alla Pagina della donna. «Mi sapete spiegare perché in banca non assumono donne?», ha cominciato polemicamente. «lo mi sono laureata in legge l'ottobre scorso, alla Statale, con 110. Subito dopo diversi miei colleghi (tutti maschi, in effetti, particolare che ho notato in seguito) mi hanno detto di aver ricevuto una lettera da una banca che li invitava a presentarsi per un eventuale posto di lavoro. Allora ho telefonato anch'io a quella banca. La risposta? Testuale: "Non prendiamo donne". Ho provato presso altri istituti, anche attraverso raccomandazioni, ma la risposta è stata più o meno la stessa: essendo donna, la cosa si presentava, per lo meno, molto difficile. Non so dire che cosa ho provato dentro. Rabbia, delusione, amarezza. Ma soprattutto rabbia: dico, l'articolo 3 della Costituzione parla della parità di sessi. Quello che fanno è un abuso enorme. Per lavorare in banca, mi sapete dire cosa gli deve importare se sono una donna invece che un uomo?».
Abbiamo risposto che così, a occhio e croce, da inesperti del settore, ci pareva che il sesso dovrebbe entrarci in tutt'altre cose che il far di conto o il seguire pratiche legali. D'altro lato – le abbiamo fatto osservare – non è una scoperta d'oggi e soltanto sua che nel campo del lavoro esiste una discriminazione nei confronti delle donne. Ma molti sostengono di no. In particolare, nelle banche, in effetti risulta che ci siano tante impiegate. Lo si sa più che altro per sentito dire perché di persona chi ha mai visto una donna agli sportelli?
Comunque abbiamo deciso di fare una piccola inchiesta. Una nostra redattrice ha telefonato all'Ufficio del personale di diverse banche cittadine fingendosi una neo-laureata alla ricerca di un posto. All'inizio si è dichiarata dottoressa in legge, poi, visto che parevano esserci più probabilità di assunzione per i laureati in economia e commercio, si è detta esperta in queste materie. Ecco le risposte che ha collezionato.
CREDITO ITALIANO
«Mi sono laureata in legge in ottobre. Molti miei colleghi hanno ricevuto una vostra lettera con l'invito a presentarsi. Io no, così ho telefonato».
«Molti suoi colleghi non credo. Alcuni forse e per lo più laureati in economia e commercio. Era un periodo in cui potevano interessarci elementi maschili».
«Solo maschili? Come mai?».
«Per certe esigenze particolari che riguardavano esclusivamente personale maschile».
«Scusi, ma se abbiamo la stessa laurea».
«Ci sono certi lavori in cui sono previsti incarichi per elementi maschili e altri per elementi femminili. Dipende dai settori. Per esempio le donne non fanno le cassiere. Faccia una lettera di domanda comunque: verrà valutata insieme a quella delle altre signore e signorine».
BANCA POPOLARE DI MILANO
«Qui è l'ufficio del personale. Per le assunzioni deve parlare con l'Ispettorato del personale. Noi assumiamo per concorso».
«Senta, qualcuno mi ha detto che in banca le donne non le prendono o che è diffìcile ».
«Mah, ecco, ultimamente sì, è stata scelta qualche laureata o qualcuna per specificati lavori di settori. Per esempio lingue o il centro elettronico. Comunque con la laurea è più facile. Per altre cose è più difficile senz’altro».
«Quali altre cose? Vuol dire diplomate?».
«Voglio dire che entrare come impiegate normali, semplici, è più difficile».
«Per tutti o per le donne soltanto?».
«No, per le donne, stiamo parlando di donne, no?».
«Perché? Non capisco».
«Mah, sa, quando c’è stata la parificazione tra uomini e donne, s’è visto che le donne vengono a costare di più. Se sono sposate, hanno figli... È tutta questione di costi. Comunque le passo l’Ispettorato».
Parla un funzionario dell’Ispettorato del personale:
«Prima di tutto noi assumiamo solo per concorso. Purtroppo gli ultimi concorsi erano tutti riservati a personale maschile».
«Come mai solo maschile?».
«Mah, i motivi sono tanti. La direzione ha creduto opportuno limitare i concorsi al personale maschile in quanto in questo periodo abbiamo una percentuale sufficiente di personale femminile. L’ultimo concorso aperto anche alle donne è stato nel 1971».
«Ma ogni quanto fate questi concorsi? E quante persone assumete ogni volta?».
«Direi un concorso all’anno, ogni volta sono circa 150 nuovi assunti».
«E con queste cifre, non avete assunto una sola donna negli ultimi quattro anni! Ma che percentuale uomini-donne c’è da voi?».
«Sono dati riservati, per telefono non posso, lei capisce».
BANCO AMBROSIANO
«Tante banche mi hanno detto che non prendono donne: è cosi anche da voi?».
«No, non è tassativo. Direi che a parità di diploma e di esperienza, si preferisce assumere uomini. Però per alcune mansioni vanno meglio le donne ».
BANCA COMMERCIALE
«In linea di massima c'è un organico meno ampio per le impiegate. Sono due organici diversi».
«Quindi uomini e donne svolgono lavori diversi?».
«No. È che c’è l'organico femminile e l’organico maschile. Quando l'organico delle donne è completo, non ne assumiamo altre. C’è un certo numero fissato per le donne, non è che andiamo avanti ad assumere impiegate finché sono tutte donne ».
BANCO DI ROMA
«Da noi adesso le assunzioni sono abbastanza bloccate perché dobbiamo assorbire parte del personale della Banca Privata di Sindona, quella che è fallita».
BANCA DEL LAVORO
«Da noi per ora non c’è nessuna possibilità. Assumiamo pochissimi elementi... ragionieri... uomini, insomma. E comunque non laureati».
«E anche tra i ragionieri, niente donne?».
«No, al momento no, perché non abbiamo necessità».
«Ma il lavoro è diverso a seconda del sesso?».
«No, è diversa la nostra esigenza. Su venti uomini che assumiamo c’è una percentuale ridotta di donne».
«Così, per sapere, qual è la percentuale? Su venti uomini, quante sono le donne: quattro, cinque?».
«Eh no. Saranno una».
«Scusi se insisto, io pensavo che i lavori che si svolgono in banca fossero adatti per tutti. Forse le donne non sanno fare gli stessi lavori di un uomo?».
«No. per carità. E’ che ogni istituto ha il proprio criterio di assunzione».
E quando ci assumono non facciamo carriera
La nostra redattrice, dopo aver cercato inutilmente un posto in banca, ha intervistato alcune donne che quel posto l'hanno già. Ecco cosa dicono le impiegate, gran parte delle quali sono sindacaliste. Omettiamo i nomi dietro loro richiesta.
BANCA COMMERCIALE: «Da noi la proporzione è di circa 80 uomini contro 20 donne, ma solo due mesi fa gli uomini erano circa il 95-98 per cento. Non so se le donne sono discriminate al momento delle assunzioni o se sono poche le candidate che si presentano. Ad ogni modo è certo che una volta assunte, diplomata o laureata che tu sia, fai la segretaria a vita se ti va bene, altrimenti l’impiegata semplice addetta ai lavori più meschini».
BANCA POPOLARE: «Agli sportelli da noi c’è una sola donna: ci fu messa per esperimento e sollevò polemiche così violente che l'esperimento si è fermato lì. Donne con funzioni di capufficio ce ne saranno un paio in tutto. Non ci vogliono per via dei costi della maternità. E così siam sempre noi a pagare».
CREDITO ITALIANO: «Non ha senso che ci sia in banca un organico femminile e uno maschile. Può essere giustificato solo nelle sale degli elaboratori elettronici visto che ci sono anche i turni di notte e noi donne per contratto non possiamo lavorare oltre una certa ora. Da noi c’è una percentuale altissima di donne rispetto agli altri posti, forse il 30-40 per cento, però di capufficio ce ne sono pochissime».
BANCA DEL LAVORO: «A Milano non c’è una sola donna funzionario. Sindacalmente non è ammessa la distinzione tra organico femminile e organico maschile, anzi mi stupisco che con lei ne abbiano parlato. Purtroppo i sindacati non hanno alcun controllo sulle assunzioni quindi la direzione procede col criterio che preferisce ».